— Bum!
Primi a vederla furono due pensionati gottosi.
— Bum! Ah! Eh!
— Una bazzecola!
— E può bastare il calore del sole! M’intende? Un contatto!
— Vede l’asta a quel terrazzo? Un consolato.
— Austria?
— Paraguai, credo.
— E allora?
— Lo stesso.
Giunse una servuccia con una bambina per la mano.
— Bum! Eh! Eh!
— Mamma mia!
— Bomba…. bomba…. Potrebbe essere anche una bomba.
— E quella di Madrid?
Giunse un garzone di macelleria col panierone sotto il braccio.
— Bum! Eh! Eh!
— Per carità! Non si avvicini!
— Benedetta imprudenza!
— I giovani….
— Già.
— Alto là. — Fu gridato ad una vettura.
— Che cosa essere questo?
— Bum!
— Nooooo….
— E le guardie? Le guardie….
— Già.
— La città corre un serio pericolo! I cittadini….
— Sono scarse di numero.
— E di zelo.
Passò un cittadino scettico senza voltarsi neanche.
— Eh! Eh!
— Involtata in un cencio di balla….
— Al solito.
— E Parigi?
Giunse un cittadino di dodici anni.
— In un cencio di balla….
Il cittadino di dodici anni fece atto di raccogliere un sasso.
— Misericordia!
— Accidenti ai ragazzi!
— Ih!
Il giovane di macelleria gli misurò il panierone sulla testa.
I due pensionati gottosi ripresero fiato, la servuccia si riebbe, tutti si riavvicinarono.
— Bum! Eh! Eh!
— E Porto Arthur?
— I giapponesi?
— Già.
— E i Dardanelli?
— Una bazzecola!
— Mi capisce? Non si sa mai…. la forma è strana.
— È una pentola.
— Bum!
— Come quella di Madrid.
Si aggiunsero un barrocciaio, un frate, due ragazzucce anemiche.
Un altro cittadino scettico non si voltò nemmeno.
— Eh! Eh!
— Dopo mezz’ora non si vede il becco di una guardia!
— Sono tutte nel centro della città.
— E sul luogo del pericolo?
— Centro e non centro…
Il cittadino di dodici anni era tenuto d’occhio.
— Bum!
— E se non fosse?
— Eh! Eh!
— Caspita!
S’aggiunse un cittadino senza professione.
Fu guardato con sospetto. Egli considerava attentamente l’involucro. Gli altri in cerchio consideravano lui attentamente, pure non perdendo d’occhio nessuno, in special modo il cittadino di dodici anni.
Il cittadino senza professione guardava sempre più l’oscuro involucro nel mezzo del viale. D’un tratto sembrò scattargli dentro una molla e vi si buttò sopra.
— Bum!
Fu fatto il largo che avrebbe fatto la bomba esplodendo. I due pensionati, benchè gottosi, seppero far lanci da cavallette. La servuccia, le ragazzucce, fuggirono guaendo, il barrocciaio bestemmiando, il frate tanto si rialzò la tonaca da mostrare due mutandoni bianchi che gli scendevano fino a mezzo i polpacci.
Il cittadino senza professione rimasto solo, chinatosi, aveva rovesciato l’oggetto, scucito la stoffa che lo ricuopriva….
I fuggiaschi a grande distanza ora guardavano la sua manovra.
Giunsero due guardie.
— Che cos’è?
— Un cestino di fichi secchi.
— Chi ve l’ha dato?
— Era qui.
— Date qua a noi.
— Ma io l’ho trovato.
— Per questo bisogna portarlo al Municipio, scaduta la prescrizione sarà vostro. L’avrà perduto qualche barrocciaio.
— Ma io….
— Ma io…. ma io…. date qua, eppoi sappiamo il vostro nome, non occorre spiegarsi troppo.
— Ma io ho rischiato la vita!
— Ah! Ah! Ah! Ah!
Tutti a poco a poco si erano riavvicinati.
— Sicuro ho rischiato la vita!
— Ah! Ah! Ah! Ah!
— Voi vi siete avvicinati quando avete visto che erano fichi secchi, ma io l’ho preso quando era una bomba!
— Si allontanino signori.
— Fichi secchi! Fichi secchi!
— Phue!
— Ha rischiato la vita!
— Ah! Ah! Ah! Ah!
— Figlio d’un cane!
— Ma che razza di gente!
— Un lazzarone!
— Bell’originale!
— Pregiudicati…. c’intendiamo?
— Eh! Eh!