Nel via vai del mezzogiorno appariva all’angolo della strada il nuovo mendicante.

In quell’ora frettolosa non fu molto notato le prime volte.

Ma la sua giovinezza faceva pensare.

Non poteva avere più di venticinque anni. Vestiva di un abito nero fuori di moda, vecchio ma non logoro, portava un cappello grigio di feltro ancora in buono stato, e le sue scarpe pure non erano rotte.

Dall’abito non poteva ispirare alcuna pietà; ma la sua giovinezza faceva pensare.

La faccia era pallidissima, e se un naso adunco vi grinfava sopra, due occhi oblunghi, vissuti, semispenti vi naufragavano.

Faceva pensare ad un aquilotto malato.

Rimaneva immobile, muto, per circa un’ora su quella cantonata, dipoi si allontanava camminando come un qualunque fornito cittadino di questo mondo.

La sua mano restava, per tutta quell’ora, in atto supplichevole, non di insistente richiesta.

Buoni padri di famiglia, ottime madri, depositavano monete nella mano del giovine infelice. Ma questi, non serrando le dita per sostenerle le lasciava giù rotolare nel mezzo della strada dalla mano immobile come quella di una statua.

Questo strano contegno fu accolto assai diversamente dai più o meno benefici cittadini.

Taluno credè ben fatto alzare ancora di un grado la temperatura della sua pietà: raccolse pazientemente la moneta e gliela pose in tasca; guardando quindi stupito il nuovo genere di accattone.

Altri si allontanò furibondo, nauseato.

Un’ostinata vecchia beneficatrice che seguiva la scena dalla finestra, mandò cento messaggi di cuoco e cameriere e maestro di casa ad offrire al giovine povero, cibo, alloggio, vestimenta, protezione. Invano. La pietosa dama, perduto il lume degli occhi, gli sbattè così forte la finestra sul muso che due vetri ne caddero fracassati sulla strada.

Una cicciuta vedova credè indovinare il bisogno del pallido mendico; e dal suo balcone, gli fece intravedere a spiragli paradisi spalancati.

Il delegato di pubblica sicurezza gli piantò in faccia la sua, gonfia di potere.

— Che cosa cercate dunque voi su questa cantonata?

Il giovane alzò il volto bianco su quello pregno di sussiego che lo scrutava, e con semplicità rispose:

— Delle opinioni.

— Delle opinioni? Cospetto! Eh! Una bagattella! Uhm!…

Quando gli passò dinanzi il deputato del collegio, non sdegnò fermarglisi vicino in attitudine paterna.

— Venite, mio caro, io sarò il vostro benefattore, — diceva il dotto uomo. — Voi domandate delle opinioni, è una cosa troppo giusta, dovete averne. Non potete continuare a vivere senza, affatto. Io…. sono dispostissimo a darvi delle mie.

Siccome il mendicante non accennava neppure un qualunque «Dio ve ne renda merito» l’onorevole soggiunse:

— Ringraziate almeno la sorte che vi ha fatto capitare così bene. Come potreste seguitare a vivere in una simile condizione? Che diavolo! Vi capisco tanto bene…. Avete mille ragioni…. non si può vivere senza…. E dacchè dovete prenderne, meglio è che prendiate addirittura delle mie.

Il mendicante non rispondeva.

— Scusate, non è meglio prendiate le mie che quelle di un altro? Non vi pare?

— Sì. — Disse il giovine senza nessuna convinzione.

Del resto…. — incalzò l’onorevole sorridendo in tono di superiorità — del resto…. come volete. Preferite le mie?

— Sì.

— Oppure vi fanno lo stesso quelle di un’altro?

— Sì.

— Quali preferite insomma?

— Lo stesso.